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Un sogno tutto da vivere

Ho sempre pensato che le parole fossero gli strumenti invisibili che usiamo per rendere evidente ciò che non lo è: una poesia, una canzone o un diario di bordo sono spesso il tentativo più audace di comunicare il nostro sentire, di dargli una voce e una forma, degli occhi pronti a guardare il mondo con un riflesso nuovo. Ma quando circa un anno fa ho intrapreso un viaggio in Liguria, non sapevo che qualcosa sarebbe cambiato: malgrado tante letture, parole scritte, parole misurate e accuratamente accumulate durante gli anni, non avevo ancora apprezzato la ricchezza del silenzio.
A volte un cambiamento ci spaventa per la povertà di punti di riferimento, per la sua capacità di mimetizzarsi e per la nostra abitudine di considerare solo il risultato finale. È la Liguria terra leggiadra, come diceva Cardarelli, il poeta, una terra che sconfina a Ovest con il suo mare magico e selvatico mentre a Est si cinge con le sue montagne e vallate, come a custodirsi.

E proprio qui, in mezzo all’antica Valle Sturla, terra di passaggio in età romana, punto strategico per i traffici commerciali tra i centri emiliani e il Tigullio, che sorge il progetto del Centroanidra. Quello che ti viene in mente appena cammini nel loro Parco rurale è di vivere in un sogno ad occhi aperti: mi ricordo che da bambino il bosco era la mia seconda casa, la stanza dei miei desideri dove potevo toccare e trasformare le mie giornate.
L’eco-villaggio costruito con piccole casette di legno, un agriturismo in pietra ricavato da un antico mulino circondato dagli uliveti, dal frutteto, dalle rose con cui ottengono squisite marmellate e un rinfrescante sciroppo, da un piccolo e grazioso orto medievale, era un po’ tutto questo, con la fattoria didattica, i laboratori per i bambini, l’Università Popolare e i corsi di formazione, le discipline olistiche. Un mondo ricco e variegato, ma era soltanto un decimo di quello che avrei sentito dentro di me.

Solo quando sono entrato in relazione con la dimensione del progetto ho cominciato a viverlo da un altro punto di vista: ho conosciuto giovani da tutto il mondo, li ho visti raggiungere il Centroanidra con la formula del turismo esperienziale che mi sembrava all’inizio solo un escamotage per girare il mondo. E invece, sapere che i giovani potevano “imparare facendo”, mettersi in gioco proprio come in un’azienda ma con una visione d’insieme totalmente diversa, era come sentirsi parte di una grande famiglia.
Quello che mi colpiva era ed è questo amore incondizionato, questa volontà di comprendere attraverso le relazioni quotidiane, la persona che sta dietro ogni azione: di saperla valorizzare. Il mio obiettivo era imparare, costruire qualcosa dentro di me come quei ragazzi. Allora capivo che la Natura non era più soltanto un meccanico rifugio, ma un prolungamento del mio cuore, di dare vita al proprio mondo interiore. Sì, del piacere di costruire senza usare le parole, con la ricchezza del silenzio che è anch’essa una comunicazione del cuore, una combinazione rigenerante di gesti infiniti.
Al Centroanidra ho cominciato ad allargare lo sguardo del mio abbraccio verso la vita e trovare qualcosa che mi era sempre mancato. Magari un pizzico di coraggio in più per investire su me stesso, e quando ho scoperto gli antichi Casali ho capito che il mio sogno di vivere nella Natura non poteva che realizzarsi qui. Del resto, perché rinunciare alle mie rilassanti passeggiate e ad un progetto così ricco e interessante?

Il caso è magico e ha qualcosa di inspiegabile: i Casali sono un Medioevo ancora fresco, un abito che si può indossare per un investimento che ripaga.

L’appuntamento con la Storia è fatto di legno, ardesia, pietra, ovvero i tipici materiali della Liguria e un sincero incontro con le energie del Feng Shui, con la bio-edilizia, secondo un progetto di ristrutturazione concordato con l’Università di Firenze.

Il Centroanidra e i Casali sono una favola al contrario: la fine è l’inizio di un qualcosa che ti appartiene da sempre, come la Natura. Credo che a noi spetti solo riscoprirla, proteggerla e viverla, ecco perché ho deciso di investire su uno dei quattordici appartamenti dei Casali: l’ho fatto per me stesso, per vivere davvero di alta qualità. Inoltre è un investimento sicuro in quanto l’area intorno include un ulteriore sviluppo con ristorante e spazi per attività sportive e culturali o per organizzare qualsiasi tipo di eventi, wellness e fitness con piscina, sale lettura, video e una cantina-enoteca speciale per gustare meglio le tue cene a base di prodotti biologici coltivati nella zona.

Insomma credo che un sogno così non capiti tra le mani tutti i giorni vero? Eppure, sento che farne parte non sia solo questo. Come una favola al contrario, la condivisione è un nuovo inizio.

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